Ciascuno di noi nell’infanzia scrive una storia con un inizio, un proseguimento e una fine. Man mano che cresciamo aggiungeremo dettagli alla storia e magari nell’adolescenza faremo delle modifiche e vorremmo rivederla dall’inizio. Questa storia di vita che seguiamo inconsapevolmente è il nostro copione.
Il bambino decide che ruolo avrà in questo suo spettacolo. Queste prime decisioni derivano da emozioni intense e dall’esame della realtà di un “esserino” alto meno di un metro, immerso nella fantasia e in una logica tutta particolare. Le decisioni di copione sono la migliore strategia che il bambino ha di sopravvivere in un mondo che ai suoi occhi sembra essere molto grande e molto più potente di lui.
Proprio cosi, il bambino è piccolo e fisicamente vulnerabile, per lui il mondo è popolato da giganti. Percepisce i genitori come dotati di potere totale, un potere di vita o di morte. Solo in un secondo momento il bambino avrà il potere di soddisfare i suoi bisogni o di lasciarli insoddisfatti.
Fin dai primi giorni di vita, il bambino riceve dei messaggi dai suoi genitori sulla base dei quali egli forma delle conclusioni su sé, sugli altri e sul mondo. Questi messaggi copionali sono verbali ma anche insiti nei gesti, nel tono di voce, nell’atteggiamento dei genitori che potrebbero non essere consapevoli di ciò che comunicano. È in risposta a questi messaggi che il bambino poi prende le sue principali decisioni. Può cogliere di dover essere perfetto o forte per essere amato, può decidere di crescere in fretta e di dover “darci dentro” per raggiungere gli obiettivi che loro desiderano per lui. Può sentire che sia buono per lui essere compiacente e accondiscendente e mostrare sempre ciò che loro desiderano per poter essere amato. Adeguandosi a una “condizione all’amore” che percepisce dai suoi genitori, può far fronte al dolore di non essere amato o non essere accolto in ciò che sente e pensa. Da qui inizia la sua storia fatta di eventi in cui cercherà di essere ciò che loro vogliono, secondo lui.
Da adulti non facciamo altro che interpretare la realtà a partire da questa struttura di riferimento costruita nell’infanzia, in modo che possiamo inconsapevolmente continuare a portare avanti le nostre decisioni di copione con l’illusione di gratificare il nostro profondo bisogno di essere amati e proteggerci da possibili abbandoni e rifiuti.
Spesso questa lente con cui ridefiniamo la realtà e con cui giochiamo il nostro ruolo nelle relazioni, diventa troppo deformante e insoddisfacente. Sentiamo il bisogno di recuperare l’autonomia nelle scelte e con questo intendo la possibilità di scegliere nel qui e ora un modo nuovo di sentire, di comportarsi e di pensare. La ripetizione di vecchie strategie rende la vita chiusa in una bolla apparentemente sicura ma non ha niente a che fare con l’espressione spontanea di se stessi e con la possibilità di sperimentare rapporti intimi con gli altri.
È possibile liberarsi dal copione dandosi permessi nuovi e da adulti, essere l’adulto che desideravamo quando eravamo bambini. È liberante coltivare con noi stessi un atteggiamento benevolo e accogliente, così da scegliere di piacere prima di tutto a noi stessi. Possiamo autorizzarci a esprimere apertamente i nostri desideri e a prenderci il tempo necessario per fare ciò che desideriamo. Possiamo renderci soddisfatti di noi stessi così come siamo.
BIBLIOGRAFIA
Eric Berne (1966) – “Principi di terapia di gruppo”, trad. it., Astrolabio, 1986.
Eric Berne (1972) – “Ciao…e poi?”, trad. it., Bompiani, 1978.
Mary McClure Goulding e Robert L. Goulding (1979) – “Il cambiamento di vita nella terapia ridecisionale”, trad. it., Astrolabio, 1983.
Ian Stewart, Vann Joines (1987) – “L’Analisi Transazionale”, trad. it., Garzanti, 2000.
William F. Cornell, Anne de Graaf, Trudi Newton e Moniek Thunnissen (2016) – “Dentro l’AT. Fondamenti e sviluppi dell’Analisi Transazionale”, LAS, 2019.